Più censura per tutti
Il senatore del UDC Giampiero D'Alia, insieme ad altri parlamentari ancora ignoti, con un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza oggi ci ha regalato una norma che sembra legittimare ogni genere di censura. Presentata come "iniziativa per ripulire Facebook", ci si può aspettare che sarà usata in ogni campo. Tutto questo direttamente su ordine del ministero dell'Interno, senza nemmeno il bisogno di trovare un magistrato disponibile.
In effetti è la logica conseguenza delle politiche passate e presenti: una volta determinato che è giusto (e possibile...) filtrare i siti di gioco d'azzardo stranieri, quelli che argomentano di abbassare l'età del consenso, la pedopornografia, i tracker bittorrent e i venditori di sigarette, aggiungere altre categorie è solo una decisione politica.
Alla censura bisognava opporsi subito e per principio, adesso invece si può al massimo discutere dell'opportunità e della convenienza di censurare una cosa piuttosto che un'altra.
I provider dovranno utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine, e gli addetti ai lavori giustamente si chiedono quali sarebbero e su che pianeta si possono reperire. Il mio timore è che la precisione del filtraggio (e quindi il suo costo) la deciderà Telecom Italia, e gli altri saranno costretti ad adeguarsi.